Chi mi dice "occhi da lupo" non conosce i veri lupi, Chi mi dice "passo d'agnello" non conosce i miei dirupi. E poi se c'è chi pensa che la nostalgia è la chiave della canzone Non sa quali occhi mi graffiano come i cani graffiano un portone. Ma i miei nervi son corde di zimbalom, stonate d'amore Qualche volta sono stridule, qualche volta hanno la voce grave. È pioggia e tempi dispari che battono le strade È fame di parole che hanno mangiato il loro traduttore. L'inverno è un cane caldo, occhi di fari, muso di vetro, L'inverno è spiccioli freddi nel sottopasso della metro. Fatto un fuoco di bidoni, ne veniva un fumo denso. Vi giuro che a tratti mi pareva l'offerta dell'incenso. Ma i miei nervi son corde di zimbalom stonate d'amore, Qualche volta danno i numeri ma non ditelo all'accordatore. È pane e tempi dispari che vengono dal mare Insieme ai clandestini, ai topi, alle paure. Stanotte nella galleria mi è sembrato di sentire il coro. Ho provato tanta nostalgia, devo essere uno di loro. Buco di tombino, quale foto di famiglia, Quale buio corridoio, quale sangue mi somiglia? Ma i miei nervi son corde di zimbalom, stonate d'amore Le mie corde son nervi di zimbalom La canzone finisce adesso ma potrebbe continuare ancora. Ho paura a entrare in un bar come un vampiro ce l'ha dell'aurora