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Gastone

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  • 2014.02.17
  • 6:02
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歌詞

Gastone, artista cinematografico, fotogenico al cento per cento, numero di centro per "varieté" "danseur" "diseur", frequentatore dei "Bal-tabarins", conquistatore di donne a getto continuo, uomo incredibilmente stanco di tutto, uomo che emana fascino, uomo rovinato dalla guerra. Gastone, sei del cinema il padrone, Gastone Gastone. Gastone, ho le donne a profusione e ne faccio collezione Gastone Gastone. Sono sempre ricercato per le filme più bislacche perché sono ben calzato perché porto bene il fracche con la riga al pantalone... Gastone Gastone. Tante mi ripetono: sei elegante! Bello, non ho niente nel cervello! Raro, io mi faccio pagar caro specialmente alla pensione Gastone Gastone. Questa camminata l'ho inventata io. (Attraversa il proscenio con un passo di danza che accompagna il "refrain" della canzone. Mostra il guanto attaccato all'altro, che è calzato) Anche questa è una cosuccia mia. E' una cosuccia senza pretensioni, ma è mia. Non l'ho fatta neanche registrare. E' di pubblico dominio. Altri, avrebbe precisato: "Made in Gastone..." E' una mia trovata e me la scimmiottano tutti i comiciattoli del varietà. I miei guanti bianco latte elegantissimi: guardateli! Però il guanto bianco latte è pericoloso... Una volta, sorbendo una tazza di latte, distrattamente mi sono bevuto un guanto... Quante invenzioni ho fatto io! Discendo da una schiatta di inventori, di creatori, di deformatori... quanta genialità nella mia famiglia! La cava del genio. Mio padre, per esempio, ha inventato la macchina per tagliare il burro. Cosa semplicissima: un pezzettino di legno alle cui estremità è attaccato un sottilissimo fil di ferro formante un arco. Naturalmente, per questa invenzione, il mio genitore fu plagiato: soppresso il pezzo di legno, col solo filo - e nemmeno di ferro - han costruito lo strumento per tagliare la polenta... Poi è venuto un certo Marconi che ha abolito pure il filo. Mia madre? Anche lei una grande inventrice: anzitutto ha inventato me. Poi aveva il senso dell'economia sviluppato fino alla genialità: figuratevi, io mi chiamo Gastone. Ebbene, lei mi chiamava semplicemente Tone... per risparmiare il gas... Infatti il mio diminutivo è Tone... tutti mi chiamano Tone... quante donne si contenterebbero di magiare pan... e tone!... Al cinema tutti dicono mo vi è Tone! Eh! A me, m'ha rovinato la guerra, se non c'era la guerra a quest'ora stavo a Londra. Dovevo andare a Londra a musicare l'orario delle ferrovie. Perché io sono molto ricercato... ricercato nel parlare, ricercato nel vestire, ricercato dalla questura... A me mi ha rovinato la guerra, se non c'era la guerra a quest'ora stavo a Londra. Io sono molto ricercato, anche perché porto bene il frac. Io sono nato col frac. Gli altri quando portano il frac sembrano incartati. Io quando sono nato, mia madre mica mi ha messo le fasce, macché... mi ha messo un fracchettino... camminavo per casa sembravo una cornacchia. E adesso vi darò un saggio del mio ingegno: se l'ipotiposi del sentimento personale, prostergando i prolegomeni della mia subcoscienza, fosse capace di reintegrare il proprio subiettivismo alla genesi delle concomitanze, allora io rappresenterei l'autofrasi della sintomatica contemporanea che non sarebbe altro che la trasmificazione esopolomaniaca...Che ve ne pare? Che bel talento. Ma io non ci tengo né ci tesi mai. Gastone Sei davvero un bell'Adone! Gastone Gastone... Gastone Con un guanto a pendolone Vado sempre a pecorone Gastone - Gastone. Ogni cuor si accende ed arde Perché ci ho gli occhioni belli Le basette a la Bonnard Ed i gesti alla Borelli Misterioso come Ghione Gastone - Gastone. Bice Solo lei mi fa felice Gemma Ama solo la mia flemma Rina Lei per me la cocaina Se la prende a colazione pensando a Gastone.

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Ettore Petrolini
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